Questo sito è dedicato alla meravigliosa terra dell'Oltrepo pavase, ai suoi colori e profumi che in autunno consolano il nostro cuore, al gusto dei suoi vini che allieta le nostre tavole.

Buttafuoco

Il nome pare derivare dal dialettale “al buta me al fogh”, che significa: “scalda – risveglia come il fuoco”, in relazione al fatto che si tratta di un vino di carattere e corpo. Un’altra spiegazione, più fantasiosa, è connessa anche all’effige adottatta dal Club del Buttafuoco: un ovale chiuso da due nastri rossi, simbolo del torrente Versa e del torrente Scuropasso, i due corsi d’acqua in cui è racchiusa la zona di produzione. L’ovale contiene l’immagine di un veliero con vele infuocate. La spiegazione della presenza del veliero è la seguente. Nella seconda metà dell’ ‘800, racconta la leggenda, la Marina Imperiale austro - ungarica varò una nave a cui fu dato il nome di Buttafuoco in ricordo di una compagnia di marinai dislocati a Stradella per il traghettamento sul fiume Po e occupati a combattere contro l’esercito del Regno di Sardegna in Oltrepò. Più che occuparsi dell’acqua di fiume, i marinai si sarebbero però occupati del vino di cantina, compiendo scorribande tra le botti e le bottiglie del rosso d’Oltrepò. E la bontà del vino rosso Buttafuoco, sempre secondo la leggenda, avrebbe a tal punto mitigato gli animi dei soldati imperiali da renderli facilmente propensi più a operazioni di pace che ad operazioni di guerra contro le truppe piemontesi e la popolazione locale.